Sono trascorsi esattamente dieci anni dall’inizio dello switch off per la televisione italiana, ovvero il passaggio dal segnale di tipo analogico a quello ottenuto tramite digitale terrestre; allora, nell’ottobre 2008, si iniziò dalla Sardegna e il processo proseguì fino al 4 luglio 2012, quando fu ufficialmente raggiunto lo spegnimento totale della storica televisione analogica terrestre.

A dieci anni dal primo switch off. In questi anni abbiamo iniziato a familiarizzare con il nuovo sistema e la nuova televisione, che fornisce un numero maggiore di canali, la possibilità di integrare servizi pay per view o di collegarsi alla Rete, ma i lettori più grandicelli ricorderanno i timori e le preoccupazioni legate alla nuova tecnologia, che “obbligava” all’acquisto di nuovi dispositivi, nuovi decoder e nuove antenne.
Nuovo standard per il digitale terrestre. Ebbene, ci risiamo: come previsto dall’Unione Europea, entro il 2022 si dovrà passare a un nuovo standard, abbandonando l’attuale DVB-T per abbracciare la seconda generazione di trasmissione del segnale terrestre DVB-T2. Nessuna paura, però: le nuove TV in commercio dal primo gennaio 2017 sono già attrezzate per ricevere questo segnale (e dallo scorso luglio sono gli unici dispositivi vendibili per legge), e allo stesso modo anche i decoder più nuovi sono altrettanto predisposti.

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