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Guadagnare con le affiliazioni online: serve partita iva?

Guadagnare online, questo è per molte persone un vero e proprio sogno nel cassetto. Dopotutto è normale che sia così, ottenendo un buon guadagno direttamente sul web è possibile diventare il datore di lavoro di se stessi, non avere orari prestabiliti da rispettare, poter lavorare da ogni luogo, senza vincoli di alcun genere.

Guadagnare con le affiliazioni online

Gli strumenti che sono oggi disponibili per guadagnare online sono innumerevoli. Tra questi dobbiamo senza alcuna dubbio ricordare l’affiliate marketing. Ormai tutti sanno di cosa si tratta. Si vanno ad inserire su un blog o su un sito dei banner o dei link affiliati. Ogni volta che un utente acquista attraverso quei banner o link, il proprietario del sito riceve un guadagno in percentuale variabile a seconda del contratto di affiliazione che è stato stipulato. Ma serve una partita IVA per portare avanti un’attività di questo genere? È questa una delle domande che la maggior parte delle persone si pone. Cerchiamo di fare insieme un po’ di chiarezza sulla questione.

Affiliate marketing: quando la partita IVA non è necessaria

Sono sempre più numerose le persone che hanno un sito web personale o un blog. Spesso si tratta di realtà web di piccolo conto, aperte per gioco o per passione. Sono sempre più numerose anche le persone che hanno profili social, magari su Facebook oppure su Instagram, così come coloro che scelgono di aprire un gruppo online e una community.

Tutti possono avere accesso alle affiliazioni e capita che queste piccole realtà scelgano di fare una prova. Sia mai che da quel sito sia possibile ottenere un guadagno! In alcuni casi i guadagni non arrivano. In altri casi è invece possibile che qualche guadagno arrivi. Magari si tratta di pochi spiccioli, un centinaio di euro al mese al massimo. Meglio in tasca propria però, non è forse vero? I guadagni sono pochi perché ovviamente si tratta di siti, blog e realtà social che non generano chissà che genere di traffico.

Poco traffico e guadagni irrisori, non se ne può di certo parlare come di una realtà imprenditoriale. È proprio così che stanno le cose. Possiamo parlarne come di un’attività occasionale.

Questo significa che non è necessario essere in possesso di una partita IVA. Ma attenzione, questo non significa che i compensi ottenuti non debbano essere dichiarati. Anche se si tratta di spiccioli, è necessario per legge dichiararli adeguatamente. Affinché questo sia possibile la partita IVA non è necessaria, ma è importante utilizzare la ritenuta d’acconto.

Affiliate marketing: quando la partita IVA è necessaria

La prestazione occasionale tramite ritenuta d’acconto può essere portata avanti esclusivamente con compensi inferiori ai 5000 euro. Nel caso in cui i compensi siano superiori ai 5000 euro, è necessario quindi aprire partita IVA. Non si tratta però soltanto di questo. Quando parliamo di siti, blog, pagine social aperti per passione o per gioco, intendiamo attività che non sono abituali.

I gestori hanno un altro lavoro o attività principale nella loro vita. Per questo la prestazione è da considerarsi come abituale. Una persona che sceglie di gestire una realtà web in modo abituale, costante, come principale attività dovrebbe aprire partita IVA comunque, anche se i guadagni non sono allettanti.

Molte persone credono che l’apertura e la gestione della partita IVA comportino costi eccessivi. In realtà non è esattamente così che stanno le cose oggi come oggi. L’apertura della partita IVA non ha un costo elevato e inoltre è sempre possibile mettersi d’accordo con il proprio commercialista per effettuare il pagamento a tempo debito. Senza dimenticare poi che oggi sono disponibili anche commercialisti che applicano tariffe piuttosto economiche. Dopotutto anche questo è un settore infatti sempre più concorrenziale!

Per quanto riguarda la gestione di una partita IVA, è ovvio che vi siano dei costi, ma grazie ai regimi agevolati come il forfettario non si tratta di costi fissi. I costi infatti variano a seconda di quanto si guadagna, in proporzione. Basta mettere da parte la percentuale necessaria, e il gioco è fatto.