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Piegare le lamiere: opportunità e inconvenienti

La piegatura della lamiera rappresenta un procedimento di lavorazione alquanto diffuso a dispetto delle possibili complicazioni che sono correlate con le caratteristiche del materiale su cui si opera. Le difficoltà con cui devono fare i conti gli operatori del settore sono molteplici, non solo a causa della crescente variabilità dei lotti, ma anche perché si ha a che fare con commesse caratterizzate da un grado di frammentarietà sempre maggiore. Come si può intuire, per evitare gli sprechi di materiale e per beneficiare del massimo risparmio di tempo possibile è indispensabile ottenere sin dal primo tentativo dei pezzi perfetti.

Uno dei problemi a cui si può andare incontro riguarda la significativa variabilità che la lamiera presenta dal punto di vista della risposta alla piegatura: ogni volta si è in presenza di un pezzo differente dall’altro, a seconda che si usi il taglio plasma o laser, ma anche in base alle tolleranze dimensionali e alle differenze di colata. Per chi è intenzionato a mettere a disposizione pezzi di qualità c’è bisogno di strumenti di qualità come quelli che possono essere scoperti su Attrezzeriaveneta.it, ma anche di sistemi che permettano di compensare le deformazioni della macchina. Non è detto che si sia costretti a ridurre i propri margini per raggiungere tale obiettivo, così come non c’è bisogno di compromettere l’estetica per beneficiare di standard di precisione elevati. Certo è che c’è bisogno di utensili dedicati e di attenzioni specifiche per le lamiere preverniciate e per l’acciaio inox, che può essere considerato un materiale costoso: è chiaro che ogni singolo pezzo che riporta dei danni equivale a uno spreco di risorse e di tempo.

Che cos’è il ritorno elastico

L’elasticità residua del materiale comporta un fenomeno naturale che in inglese viene definito springback: si tratta del cosiddetto ritorno elastico. In pratica, una volta che la forza di piega è stata rimossa, il profilo si apre con un angolo fino a 3 gradi più ampio rispetto a quel che ci si attendeva. Il recupero può oscillare addirittura tra i 10 e i 25 gradi nel caso degli acciai altoresistenziali. Per compensare tale effetto il profilo può essere piegato tenendo un angolo più acuto, così che dopo lo springback si arrivi all’angolo desiderato, ma è facile capire e individuare le controindicazioni di un metodo simile: la sovrapiegatura, infatti, si basa su tentativi, ed è un procedimento empirico.

La sovrapiegatura

Dopo aver piegato e misurato un campione, si procede modificando le impostazioni della pressa; a quel punto si piega un nuovo campione, sperando che l’angolo che si otterrà sarà quello corretto, e così via fino a quando non si raggiunge il risultato auspicato. Ma anche in questo caso, i problemi non sono finiti: prima o poi, infatti, accade che la lamiera su cui si lavora è diversa da quella precedente perché proviene da un altro lotto, e quindi vanta proprietà elastiche differenti. Così, il processo deve essere ricominciato da capo, con un evidente spreco di materiale e di tempo.

La soluzione

Per risolvere tale inconveniente si può fare riferimento alle proposte del mercato, e in particolare a sistemi di lettura dell’angolo di piega: in pratica all’interno della matrice viene inserito un sensore che misura l’angolo del profilo meccanicamente, offrendo la certezza di ottenere il valore voluto. In questo modo si ha l’opportunità di piegare lamiere dalle forme complesse, con il bordo contenuto o con delle contropieghe: tutte circostanze nelle quali la lettura ottica può causare dei problemi che hanno a che fare con la somma degli errori, sempre ammesso che arrivi. La misura, inoltre, non viene minimamente influenzata dalla superficie del materiale.