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Il banner è morto?

Il banner è morto? Sempre più esperti del settore pubblicitario si pongono questa domanda. Infatti, secondo i ben informati, su alcuni di tipologie di portali, il banner può essere considerato come un tipo di pubblicità non performante. Quindi, deve essere accantonata in favore di altri tipi di messaggi che sono al passo coi tempi e riescono a rispondere alle esigenze di pubblici diversi. Per riuscire però a capire se effettivamente il banner può essere considerato come una forma di pubblicità superata oppure no, è molto importante capire in che modo si è evoluta la pubblicità online nel corso degli ultimi anni. Un esempio è il sito di questa native advertising agency, che è strutturato sulla native adv in maniera verticale e che, fino a qualche anno fa, sarebbe stato impensabile.

Scopriamo se il banner effettivamente ha finito i suoi giorni parlando di marketing digitale e quali sono le novità di questo settore in termini di sponsorizzazioni.

Perché il banner è morto?

Su alcune tipologie di portali, il banner viene considerato come “morto”. Questo a causa del fenomeno del banner blindness. Ovvero, ci sono una serie di programmi che bloccano la visualizzazione dei banner da parte degli utenti. Questo, nel tempo, finisce per oscurare la pubblicità. Il display advertising, soprattutto digitale, già partire da dal 2015 circa dopo anni di robusta crescita, ha iniziato un vero e proprio declino a causa degli ad block. I classici formati tabellari e il banner hanno iniziato man mano a scomparire dai siti e sono stati sostituiti da sfondi o testate personalizzate in base a quella che è la promozione che si vuole fare. Piuttosto, a farsi sempre più strada è la native advertising.

I nuovi tipi di pubblicità digitale

A dire il vero, però, quando si parla di “banner” bisogna ricordare che è come se questo prodotto si fosse evoluto insieme alla pubblicità digitale nel corso degli ultimi anni. Inizialmente, infatti, vi era il formato 468 x 60 che adesso sta lasciando spazio a diversi altri formati più grandi come, ad esempio, quelli 300 x 250, 728 x 90 oppure 160 x 600. Si tratta di formati raccomandati da Google che danno più nell’occhio e sono spesso incrementanti anche cosiddetto effetto “pop up”. Il pop up è tutto ciò che serve per attirare l’attenzione dell’utente aggirando eventuali blocchi.

Le novità sull’invasività

Un’altra regola a cui le pubblicità online devono assolutamente sottostare è quella dell’invasività. I banner e gli annunci di nuova generazione non devono essere fastidiosi, quanto piuttosto, devono essere presenti, ma uniformarsi interamente al contenuto del sito. In questo senso, gli esperti convergono sul fatto che conviene puntare sulla native advertising perché è un tipo di ads che si integra completamente al sito, con un effetto camaleonte unico. Questo aiuta a far arrivare il messaggio senza infastidire l’utente.

Come cambiano i contenuti

Quelli che sono cambiati nel corso degli ultimi anni con l’evoluzione dei banner sono anche i contenuti. Gli utenti sono sempre più portati a interagire con i messaggi e, quindi, non possono più fermarsi semplicemente a un tipo di marketing che promuove solo un’immagine. Vorrebbero piuttosto, qualcosa in grado di comunicare con loro, di “chiamarli” ad avviare un’azione. Ecco perché i banner che funzionano meglio sono quelli che sono a metà strada con la native advertising e al loro interno contengono anche una “call to action”.

Come scegliere il miglior tipo di pubblicità digitale

Per scegliere il miglior tipo di pubblicità digitale la cosa consigliata è quella di puntare sempre su l’aiuto degli esperti che sapranno indicarvi cosa fare. Inoltre, ricordate che ogni attività richiede un tipo particolare di marketing da scegliere facendo un’analisi del target di riferimento e di tutto ciò che serve per strutturare al meglio il messaggio!