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Champagne? Oui, Dom Pérignon!

Prestigio, lusso, raffinatezza al palato… il Dom Pérignon è un mito continuo che da secoli rivive in ogni bottiglia di questo re tra gli Champagne. Un capolavoro chic che nasce nel XVII secolo a Hautevillers, agli albori dell’arte della vinificazione più raffinata, in un monastero di monaci benedettini, tra cui Pierre Pérignon (1638-1715). Un frate teologo che, però, aveva un ben più alto genio per la viticoltura e le tecniche di vinificazione, dato che nel suo ruolo di addetto alle dispense, si prese ben cura delle cantine ed elaborò una tecnica di produzione delle mitiche “bollicine”, datata 1670.

Mise il vino in bottiglia ben prima che la fermentazione fosse arrivata alla fine, chiudendole con un tappo di sughero e favorendo così la formazione delle bollicine a causa dell’anidride carbonica. Una storia, del tutto o parzialmente vera, che comunque segnò la nascita dello Champagne in questa provincia di Reims.

Di certo non fu tutto così semplice e scontato, dato che non si trattava solo di imbottigliare il vino prematuramente, ma Pérignon si diede alla cura dei vigneti producendo di meno ma con attenzione alla qualità complessiva dei vitigni, dando attenzione alle differenti tempistiche di ogni vitigno.

Le uve dei migliori, venivano a formare la base per un vino d’eccellenza, selezionate tra quelle di Champagna (l’antica Champagne), e si prestava attenzione anche ai tempi di invecchiamento, fondamentali per il primo Dom Pérignon così come per gli champagne a venire. Per produrre una bottiglia di questo nettare francese si utilizzava l’uva di una pianta e mezzo, che doveva arrivare integra alla pigiatura, senza utilizzare macchinari per la pigiatura.

L’abate mise a punto la pressatura soffice, per evitare che i vini non fossero più gris, ma blanc, raffinando già questa prima fase. Utilizzando uve di vigneti diversi, tramite l’assemblage, andò alla ricerca della perfezione e completò il tutto utilizzando bottiglie pesanti, ottime per la rifermentazione in vetro dello champagne. Ancora oggi si assemblano uve pregiate, esclusivamente Chardonnay e Pinot nero, frutto delle vendemmie migliori e raccolte manualmente con attenzione al singolo grappolo e lavorate artigianalmente – i mezzi meccanici sono vietati!

Moët & Chandon, vini frizzanti che hanno fatto storia

Con il passare del tempo, i vini della regione dello Champagne-Ardenne furono sempre più richiesti per la loro raffinatezza e bontà. Claude Moët, un imprenditore attivo alla metà del Settecento, espanse la sua attività di trasporto e vendita di questi vini a Parigi, dove alla fine del secolo la moda di bere Champagne divenne talmente diffusa a corte e tra le élite, che comincio ad esportarlo in tutta Europa e nei nascenti Stati Uniti. L’azienda di famiglia arrivò a dei livelli massimi, in cui il nipote Jean-Remy Moët serviva champagne a Napoleone come a Thomas Jefferson.

La quarta generazione con Victor Moët incluse anche il cognato Pierre-Gabriel Chandon e, alla metà dell’Ottocento, da lì nacque il più celebre marchio di Dom Pérignon al mondo.
La figura di Dom Pérignon, esaltata dalla Moët et Chandon, si intreccia nei tempi più recenti con un’altra figura, quella di Robert-Jean De Vogüe, direttore della casa vitivinicola che negli anni utilizzò delle riserve vinicole del 1921 per creare un’innovativa cuvée di champagne, dedicata proprio al monaco benedettino.

Lo champagne invecchiato divenne una versione di culto, come il Brut Impérial, e ancora oggi l’azienda, dopo diverse fusioni con i grandi gruppi del lusso, dispone delle forniture ufficiali di champagne alla corte della Regina Elisabetta.

L’eccelsa produzione di Dom Pérignon

I vigneti dedicati a questo vino sono delimitati ai Grand Cru dei comuni francesi di Ay, Bouzy, Hautvillers, Mailly e Verzenay, per il Pinot nero, e da quelli di Avize, Choully, Cramant e Le Mesnil per la produzione di Chardonnay.

Un vino speciale a cui si dedicano massimo tempo e qualità, prodotto con uve di una sola annata, millesimati d’eccellenza che vengono seguiti per anni nelle cantine francesi. Le bottiglie di Dom Pérignon richiedono oltre 10 anni di lavoro, per raggiungere il massimo dell’armonia del gusto e della raffinatezza.

Il colore dorato, il perlage fine e persistente, si vanno osservare quasi con desiderio prima che si arrivi al bouquet di aromi, intenso e armonioso con note di agrumi, mandorla fresca, pesca e qualche accenno affumicato. Si arriva al palato con un gusto secco, di grande equilibrio, un vino corposo e cremoso, vellutato ed energico nella piena degustazione. Le note al palato finali sono rinfrescanti, per una piena soddisfazione dei sensi, che lo champagne promette e mantiene. In alcune produzioni la perfezione della cuvée Dom Pérignon, per i palati più esigenti, reca sentori di spezie e salmastri, con una leggera acidità.

Per gustarne appieno la delizia, di certo si deve approfondire il mondo dello champagne e frequentare un corso degustazione vino Roma, per poi andare ad approfondire con degustazioni di champagne mirate, per avvicinarsi al Dom Pérignon tramite un percorso adeguato.

Perché stappare una bottiglia di champagne Dom Pérignon, che parte da un costo di 150 euro circa, e non riuscirne a cogliere appieno il gusto, è più che un peccato… ritornando alle origini del frate benedettino, si potrebbe scherzando dire che è una vera eresia!